mercoledì 31 marzo 2010

Trasferimento

questo è il nuovo indirizzo del blog.
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Ciao a tutti

lunedì 8 marzo 2010

Un'altra intervista radiofonica

Radio Città Futura mi ha di nuovo cercato.
Qui sotto la registrazione dell'intervista.

Ammetto, c'è un po' di stanchezza, ultimamente. Un'amica mi sta aiutando per tentare di dare più visibilità a questo blog. E poi... l'impegno e la mobilitazione mi impediscono di scrivere anche qui, considerando quanto scrivo altrove.
Quanto all'intervista, fa riflettere il gioco delle parti. Io e Asciutti, che mi taccia di ideologia e che non risponde a nessuna delle domande o delle questioni concrete che vengono poste. Certo, l'arroganza è infinita: sanno di avere numeri e strumenti - lo stanno dimostrando ampiamente, e non solo per quanto riguarda la scuola, per far passare qualsiasi cosa, senza dentirsi in dovere di dare spiegazioni e tantomeno giustificazioni.
Quello che c'è da chiedersi - oltre al motivo per il quale una persona tanto incauta ("Il libro bianco di Fioroni", sic!) e disinformata possa addirittura essere presidente della Commissione Cultura del Senato - è come mai si sottoponga ad un contraddittorio impari, anche per il numero delle persone schierate da una parte e dall'altra. Certamente non per spirito democratico, considerato il tenore delle sue rabberciate risposte.
Settimana piena di assemblee, prima delle sciopero. La novità è che la scuola superiore si sta muovendo. Era ora!

venerdì 12 febbraio 2010

Ma cosa stiamo aspettando?

E' uno strano momento. Sospensione del respiro, apnea, inerzia, disinteresse svogliato, noncuranza: unico problema - sembra - quanto tagliano la mia classe di concorso, quante ore si perdono nella mia scuola, quante ore perdo io. La scelta è miope, oltre che priva di qualsiasi respiro di partecipazione, di testimonianza civica. Le conseguenze della falcidia saranno impressionanti e si spalmeranno su tutti i segmenti della scuola, con effetto boomerang.
Ho assistito con i miei occhi a una scena raccapricciante: docenti che si facevano "spiegare" la "riforma" in Aula professori dal rappresentante di turno della casa editrice. La questione del piano annuale che mette in ginocchio le scuole e impedisce di fatto la gestione economica del prossimo anno sembra non interessare nessuno.
Con i regolamenti sulle superiori la scuola fa un passo indietro clamoroso in termini di saperi, di diritti, di inclusione e capacità emancipante. Nessuno ne parla, nessuno si interroga, nessuno si intristisce, nessuno - soprattutto - si indigna per quello che stanno facendo alla scuola, assistiti da fanfare mediatiche e da una capacità di mentire e smentire sconvolgente.

sabato 6 febbraio 2010

Giudicate voi...

Sono stata intervistata questa mattina da Radio Città Futura insieme al senatore Franco Asciutti, presidente della Commissione Istruzione del Senato. Ecco l'intervista: mi sembra un significativo esempio delle competenze, delle convinzioni, della spregiudicatezza, di coloro che stanno decidendo le sorti della scuola italiana. Giudicate voi.

lunedì 25 gennaio 2010

Dove eravate voi?

Dove eravate voi, politici e media, che vi state tanto indignando per l'emendamento al disegno di legge sul lavoro collegato alla Finanziaria, approvato dalla Commissione Lavoro della Camera, che prevede l'assolvimento dell'obbligo di istruzione anche nell'appredistato, mentre una parte della scuola democratica si affannava - da 9 anni a questa parte - a segnalare quanto le politiche dell'istruzione stessero prendendo, da questo punto di vista, una pericolosa strada senza ritorno?
Dove eravate, quando avete celebrato - nella logica superficiale della "notizia a tutti i costi" - l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 18 anni in occasione del decreto attuativo della legge 53/03 (la cosiddetta "riforma Moratti") che parlava invece di "diritto-dovere" all'obbligo di istruzione, assolvibile anche attraverso le agenzie formative esterne al sistema scolastico?. E che impoveriva definitivamente il nobile concetto di obbligo scolastico manipolando significati e sostituendogli "obbligo di istruzione", per accreditare l'intervento di esterni e privati che tanto avrebbero guadagnato su questa (apparentemente) minima deviazione?
Dove eravate quando Fioroni - invece di abrogare quella norma indegna - affidava in Finanziaria ad un criterio di transitorietà (tre anni) l'adempimento dell'obbligo nei percorsi e progetti, promettendo che - dopo - avrebbe realizzato l'obbligo scolastico, come promesso nel programma dell'Unione?
Dove eravate mentre noi ci autotassavamo di formazione, elaborazione e mobilitazione costante a titolo gratuito, per ribadire il concetto che l'obbligo scolastico si assolve nel sistema scolastico (che, come recita la Costituzione, è fatto di scuole statali e paritarie e non delle agenzie formative)?
Dove eravate, mentre molti di noi continuavano a sottolineare che obbligo scolastico significa dentro la scuola e che innalzare quella modalità avrebbe dovuto significare dotare la scuola degli strumenti umani, didattici, di tempo, spazio, procedure adatte e non buttare fuori, all'esterno, coloro che - pur avendo diritto - disturbavano l'immobilità del sistema?
Dove eravate mentre cercavamo di far capire che questo tipo di rapprentazione dell'obbligo avrebbe impedito l'emancipazione attraverso la scuola delle fasce più deboli della popolazione e divaricato definitivamente destini individuali su base sociale?
Dove eravate voi quando Gelmini, caduto il governo Prodi, ha sottratto dalla transitorietà il criterio che l'obbligo si potesse assolvere fuori dalla scuola, risolvendo la situazione con l'impoverimento definitivo del concetto di obbligo e creando sistematicamente cittadini di serie A e di serie B, i primi nati per continuare a studiare, gli altri per imparare un mestiere?
Dove eravate quando cercavamo di ragionare sul fatto che - qualsiasi fosse il futuro - l'istruzione e la scuola per tutti fino a 15 anni avrebbe costituito un elemento di arricchimento economico, etico e civile e che un lavoratore più colto è comunque un lavoratore più consapevole?
Se c'eravate, nessuno vi ha sentito dire una parola. Nessuno ha stigmatizzato la manipolazione di concetti, la perdita di senso che la politica ha imposto a un concetto alto e grande, la condanna della condanna alla non emancipazione che questo atteggiamento ha imposto a tanti giovani cittadini.
Adesso la levata di scudi è tardiva. Hanno vinto loro. Un anno di apprendistato corrisponde a un anno di istruzione. I figli di un dio minore hanno - con la complicità della disattenzione, del silenzio, dell'omertà - il proprio destino tracciato.

venerdì 22 gennaio 2010

Leggetelo: è interessante!

Semplice, chiaro, diretto, inconfutabile. Ecco come un insegnante napoletano ha "raccontato" su Repubbica quanto sta avvenenendo in questo folle scorcio di anno scolastico nelle scuole superiori. E' tutto completamente vero. Compreso la spregiudicatezza di molte scuole, che stanno propagandando come legge una normativa che - al momento - è solo una bozza, peraltro sconfessata da una serie di pareri negativi da pate degli organismi istituzionali preposti a darli.
Un saggio interessante di come si dovrebbe parlare di scuola. E di come non si fa. Dal momento che si improvvisano "esperti" personaggi provenienti dai settori più vari; che sono tali solo per il fatto di aver frequentato - in un tempo più o meno lontano - la scuola stessa. Grazie anche al dilettantismo e alla protervia di tanti commentatori, oltre che per demeriti personali, la scuola è caduta così in basso nella percezione sociale. E che la "riforma" che ci stanno imponendo rischia di non imporsi all'attenzione dei cittadini come la catastrofe socio-culturale che di fatto è.

domenica 17 gennaio 2010

Sulla laicità della scuola italiana.

Mentre prosegue la folle cavalcata per licenziare in tempi utili (a cosa?) i regolamenti della scuola superiore - oggi si pronuncia la commissione Cultura della Camera - arriva una notizia a dir poco sconcertante, di cui si sono occupati i giornali più attenti. Tanto più sconcertante, se comparata con il motivo per cui la cosiddetta "riforma delle superiore" (che taglia insegnanti, tempo-scuola, discipline e saperi, diritti) deve partire: come si è ripetuto molte volte, tener fede al taglio di circa 8 miliardi nel triennio seguente previsto nella Finanziaria dello scorso anno. Tanto più sconcertante, se si pensa che il contratto dei lavoratori della scuola non è ancora stato rinnovato. E che gli aumenti proposti dal Governo sono semplicemente risibili. Ancor più sconcertante se ci si ricorda che il dramma dei precari non è cessato nel momento in cui i media hanno deciso si smettere di parlarne.

E' questo il panorama in cui occorre collocare la notizia che Giulio Tremonti ha stabilito alla fine del 2009 scatti stipendiali per gli insegnanti di religione cattolica. In particolare i docenti di IRC dovrebbero trovare nella busta paga di maggio il "recupero" degli scatti (del 2,5 per cento per ogni biennio, a partire dal 2003) sulla quota di retribuzione esclusa in questi anni dal computo. Supplenti compresi.

Facciamo un passo indietro, soprattutto per i non "addetti ai lavori". Gli insegnanti di IRC rappresentano una vera e propria anomalia (una delle tante!) del sistema dell'istruzione italiana. Reclutati dalla Curia - secondo i parametri del diritto canonico - ma pagati dallo Stato italiano, con i soldi di tutti i contribuenti, questi docenti godono (per merito di Letizia Moratti, ma con il placet seguente del centrosinistra) di un ulteriore privilegio: qualora considerati dalla Curia non idonei allo svolgimento della propria attività (che può sconfinare dal tentativo di proselitismo più spinto alla storia delle religioni, in una gamma di variabili più o meno pericolose, a seconda della maggiore o minore sensibilità del docente), questi insegnanti, ancora per una geniale trovata dell'attuale sindaco di Milano, non perdono posto. Ma vengono ricollocati in posizione preminente in altra graduatoria.

L'indennità integrativa speciale concessa ai docenti di Irc ("A seguito degli approfondimenti effettuati in merito all'oggetto, si comunica che questa Direzione ha programmato, sulla mensilità di maggio 2010, le necessarie implementazioni alle procedure per il calcolo degli aumenti biennali spettanti agli insegnanti di religione anche sulla voce IIS a decorrere dal 1 gennaio 2003" scrive Tremonti) è stata determinata da una legge dell' '80 che per loro - virtualmente precari a vita - contemperava un aggiornamento stipendiale. Ci troviamo davanti alla beffarda situazione in cui ai 12.000 docenti di RC - di fatto di ruolo e inamovibili - verrà attruibuito un aumento di circa 220 euro in busta paga. Nulla per i veri precari che lo Stato italiano ha sfruttato negli anni per mandare avanti la scuola, sbattendoli definitivamente fuori dal circuito a colpi di Finanziaria o sottoponendoli a una faticosa, umiliante e paradossalmente stabile condizione di precariato esistenziale. Nonostante una sentenza della Corte Europea di giustizia abbia riconosciuto loro lo stesso diritto dei colleghi che però, è il caso di dirlo, evidentemente hanno qualche "santo in paradiso".
A fronte dei 200 euro mensili chiesti dai sindacati per il rinnovo del nostro contratto, il governo ha "rilanciato" con 20 euro.
Notizie dal mondo alla rovescia. E di un'opposizione che proprio non sa interpretare il proprio mandato.