sabato 31 ottobre 2009

La carota e il bastone

Molti di noi lo avranno visto al Tg1 di qualche sera fa sbracciarsi, come di consueto, e spiegarci con la sua area dottorale e saccente che siamo stati cattivi, che meritiamo una punizione, che adesso pagheremo le conseguenze delle nostre azioni. Non sto esagerando: con l'aria dell'istitutore che non vorrebbe, ma che deve, profondamente convinto del valore educativo delle bacchettate sulle mani, Brunetta ha spigato ai lavoratori del Pubblico Impiego che le regole cambiano ancora, per colpa loro, del loro assenteismo, della loro inefficienza, della loro improduttività. La fascia di reperibilità per malattia aumenta di 3 ore. Così impariamo. Non siamo stati abbastanza capaci - noi lavativi-fannulloni-improduttivi-assenteisti - di meritare la carota che, benevolmente, ci aveva concesso di riportare la fascia a 4 ore, dopo che erano state ampliate a 11. Non sono una fan dell'epica "insegnanti tutta brava gente". Ma credo che una generalizzazione così sconsiderata e irrispettosa da parte di un ministro non possa che produrre un'automatica difesa di una categoria che, come tutte, ha i suoi chiari e i suoi scuri. Ma che, come tutte e forse più di altre, merita rispetto per la funzione che globalmente svolge per la crescita del Paese.
Le ritorsioni legislative a carattere autoritario, come il 5 in condotta, la non ammissione agli esami con un'insufficienza e altri provvedimenti che il governo ha ispirato - a scuola come altrove - alla logica del pugno di ferro, sono i meno idonei a raggiungere l'obiettivo dell'interesse generale. Non a caso è lecito dubitare che sia proprio quello l'obiettivo di chi ci governa.

1 commento:

  1. Cara Marina, neanche io sono una fan degli insegnanti "tutti buoni e bravi", ma devo ammettere che sapere che, immediatamente dopo la riduzione delle fasce orarie di reperibilità durante le malattie, le assenze dei docenti sono vertiginosamente aumentate mi ha davvero depresso e - diciamolo - schifato. E non mi è di nessun conforto sapere che dovunque ci sono i 'furbi', i 'fannulloni', e che non siamo tutti uguali, o che i colleghi assenteisti sono una minoranza.
    Quello che mi dà fastidio è che non riusciamo a riscattarci nemmeno da soli da una nomea ed una considerazione pubblica che ci equipara ai 'mangiapaneatradimento'... Non riusciamo a capire che - se vogliamo essere considerati per dignità alla stregua della 'moglie di Cesare' - dobbiamo anche essere davvero, comportarci in assoluto come 'la moglie di Cesare', cioè dobbiamo davvero essere al di sopra di ogni sospetto ed inattaccabili.
    Avanti, quanti di noi non conoscono o non vedono nelle proprie scuole o in quelle dei nostri figli, o nipoti, o altro... professori che si assentano strategicamente o che - sotto mentite giustificazioni cliniche (quanti danni hanno fatto in passato le pur utili 'cure termali'!)- spariscono per periodi più o meno lunghi dalla scuola! Nessuno di noi ha mai fatto un passo ufficiale affinchè tali comportamenti fossero ripresi e sanzionati (proprio per evitare di essere accomunati a costoro) per un perverso senso corporativistico, perchè non si danneggia un collega... Al massimo ci siamo scambiati qualche sorrisetto ironico e qualche battutina in sala professori.
    Perciò, per quanto mi secchi ed io stessa non abbia mai preso un giorno di malattia per motivi meno che validi, tanto che SEMPRE i medici fiscali inviatimi mi hanno trovato a casa, penso che sarebbe ora che tutti noi spezzassimo questa catena di omertà che per il sollazzo di pochi danneggia i molti. Ci meritiamo un'immagine e una considerazione migliori, all'altezza del nostro vero valore.

    ciao.
    rosaria

    RispondiElimina