mercoledì 23 dicembre 2009

Il taglio è salvo!

Settimana convulsa, quella prima di Natale. Un vero e proprio tour de force. Per quanto riguarda la scuola superiore sta accadendo di tutto, di più. Ma, se scorrete le rassegne stampa specializzate, vi accorgerete che quasi nessuno dei nostri quotidiani si è preso la briga di occuparsi di problemi e tematiche che potrebbero cambiare completamente il volto del segmento superiore dell'istruzione italiana.
I regolamenti Gelmini sul "riordino" - fantasiosa definizione per intendere "taglio", considerato che alla base di tale operazione c'è la legge 133/08 di Tremonti, quella che ha previsto una sottrazione di circa 8 miliardi di euro ai danni della scuola nel triennio 2009-11 -, hanno collezionato pareri negativi da tutti gli organi competenti: il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, la Conferenza Unificata delle Regioni, il Consiglio di Stato. Il parere della Commissione Parlamentare della Camera è stato bloccato, in attesa di un pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha sottolineato alcune criticità dei regolamenti. Nel giro di 10 giorni, a quanto pare dalle ultime indiscrezioni, i dubbi sono stati fugati. Per saperlo dobbiamo consultare la stampa specializzata: i media generalisti sono tradizionalmente disinteressati a vicende che non siano i precari in mutande o il disabile picchiato nel bagno di scuola.
Nel giro di pochissimi giorni, dunque, non sappiamo ancora come, il ministero potrebbe avere sciolto i dubbi avanzati dal Consiglio di Stato. In merito a cosa? I regolamenti prevedono di affidare a decreti ministeriali materie come la definizione degli indicatori per la valutazione, gli obiettivi specifici di apprendimento, l'articolazione delle cattedre: snodi delicati che dovrebbero essere affidati ad un provvedimento avente forza di legge, quindi ulteriori regolamenti, con iter ben più lungo del Dm.
Sul raccordo tra le disposizioni dei regolamenti e il Dpr 275/99 (Autonomia scolastica) il Consiglio di Stato ha sollevato non poche questioni: quella della quota di curricolo lasciata alla decisione delle singole scuole per venire incontro alle esigenze e vocazioni del territorio; o quella della costituzione di dipartimenti e comitati tecnico-scientifici, imposta dai regolamenti e che invece dovrebbe essere lasciata alla libera determinazione delle autonomie scolastiche.
Il Consiglio di Stato non ha invece avuto nulla da osservare in merito alle procedure adottate per l'emanazione dei regolamenti. L' art. 64 della legge 133 del 6 agosto 2008 (Contenimento della spesa per il pubblico impiego, Disposizioni in materia di organizzazione scolastica) prevedeva al comma 3 “per la realizzazione delle finalità previste dal presente articolo [i tagli economici di cui si è detto su, ndr]” il ministro dell’Istruzione e quello dell’Economia predispongono un piano programmatico di interventi" e al comma 4 "per l’attuazione di quel piano devono essere adottati entro 12 mesi “uno o più regolamenti”. Si tratta dei regolamenti. Dal 6 agosto 2008 ad oggi sono passati ben più di 12 mesi e i regolamenti non sono stati ancora approvati. Le scuole si troveranno ad affrontare l'orientamento degli alunni delle medie in una situazione di rabberciata incertezza, con una gran parte della materia non ancora normata. Il lavoro sugli organici, sul soprannumero, la mobilità dei docenti verranno esaminati in tempi incongrui rispetto al normale, considerando che le iscrizioni alle superiori (per via di questo caos) potrebbero subire l'ulteriore proroga al 25 marzo.
In questa situazione si sono chiuse le scuole, in questa stessa si riapriranno, in attesa che il 14 gennaio la Commissione Cultura della Camera approvi i regolamenti e che questi passino in seconda lettura al Consiglio dei Ministri, per essere poi pubblicati. Il contenitore vuoto è servito. Il caos che ne deriverà è facilmente immaginabile. Ma almeno si è garantita la possibilità che la scure che Tremonti ha preventivato sulla scuola italiana si abbatta con la scansione prevista e senza intoppi.

1 commento:

  1. CI RITROVIAMO ANCORA UNA VOLTA A SCAMBIARCI GLI AUGURI PER LE FESTE, ANCHE SE MOLTI VIVONO NELL'INCERTEZZA, CON L'APATIA DI CHI NON CONOSCE IL PROPRIO FUTURO, IN QUEL TUNNEL BUIO CHE, SI CHIAMA DISOCCUPAZIONE, DOVE QUELLA LUCE, CHE IN QUESTO PERIODO CREDENTI E NON, RIESCONO A VEDERE NON VI NEANCHE L'OMBRA. NON VOLTIAMO LA TESTA DALL'ALTRO LATO FINGENDO DI NON CONOSCERE CERTI PROBLEMI, UNIAMOCI, AFFERRIAMOCI PER MANO E CAMMIANIAMO INSIEME; NESSUNO OSERA' SPEZZARE QUESTA CATENA TROPPO FORTE PER CHIUNQUE. DICIAMO BASTA A QUESTI PARRUCCHIERI SENZA DIPLOMA, CAMBIAMOLI PERCHE' I LORO TAGLI NON CI PIACCIONO.
    http://insegnantiprecaricaserta.blogspot.com

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