sabato 12 dicembre 2009

Sostegno, senza se e senza ma.

Perché insisto tanto? Perché non riesco veramente a comprendere - da insegnante, da cittadina, da donna - quale scellerato progetto sottoculturale possa rendere preferibile piegare una generazione ad una massa di consumatori acritici piuttosto che di cittadini consapevoli e partecipi. Quello che è successo ieri a Roma, mentre i lavoratori manifestavano nell'unico corteo "autorizzato", è la rappresentazione di un tentato progetto di distruzione delle coscienze. A che serve? A chi serve? Serve a loro, a coloro che ci governano. Nel tentativo di perpetuare le condizioni che stanno rendendo possibile la affermazione del nulla, o - più ancora - della dissipazione, della polverizzazione di uno strumento potente come la scuola, nascondendo il tutto sotto il tappeto di uno scialo di parole demagogiche: ordine, serietà, merito, autorità. Sventolando spauracchi per i più sprovveduti, per i pavidi di tutti i tempi: centri sociali, Sessantotto, comunisti. Questi ragazzi non hanno direttamente conosciuto sensi di appartenenza che non fossero per una squadra di calcio. Non hanno avuto grandi maestri comuni. Non hanno creduto fortissimamente, identificando in quelle idee una parte consistente ed imprescindibile della propria identità. Nonostante tutto ciò, ci stanno provando. Come si può pensare di non sostenerli?

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